I blog sembrano essere diventati l’ultima scialuppa di salvataggio delle versioni on line dei principali quotidiani on line. Il fenomeno, come sempre più frequentemente avviene, pare essere di carattere internazionale. Dopo le iniziative del NYTimes e del Guardian, tra i media di fama internazionale, si aggiunge El Pais che, secondo quanto segnalato da Periodistas 21 dell’ottimo Juan Varela, scommette sui blog per rilanciare il processo di convergenza editoriale del << periodico global en español >> di Madrid.
Negli ultimi giorni, infatti, El Pais ha inaugurato tre nuovi blog, tra i quali va segnalato, per chi si occupa a vario titolo di editoria e media, l’interessantissimo Estrategia Digital. La tendenza non pare essere appannaggio solo dei quotidiani esteri ed anche in Italia vi è una fervente attività al riguardo. Tra tutti il giornale torinese pare essere il più attivo con la recentissima inaugurazione di una sezione dedicata al meglio della blogosfera internazionale grazie alla collaborazione con Global Voices.
Media
Voci Globali: una ibridazione fra old media e citizen journalism
E’ partito oggi su lastampa.it Voci globali, uno spazio dedicato al meglio della blogosfera internazionale e realizzato in partnership con Global Voices Online. Voci Globali prevede una redazione virtuale, coordinata dagli Usa da Bernardo Parrella, che scandaglierà quotidianamente blog e siti di citizen media, per poi scegliere, tradurre e pubblicare quelli più significativi Inizialmente verranno … Leggi tutto
Ispezioni Inpgi: dopo la punta dell’iceberg tocca al resto
Via Senza Bavaglio E anche nel 2009 gli ispettori dell’Inpgi hanno colto in castagna un po’ di editori, rei di abusi vari sotto forma di mancata messa in regola e sfruttamento dei non contrattualizzati oltre che del sempre annesso mancato versamento dei contributi previdenziali. Le cifre da recuperare e le conseguenti sanzioni da incassare non … Leggi tutto
Gli eretici guru sono a Milano
Serata guresca a Meet the Media guru a Milano e in diretta internet con Vittorio Zambardino e Marco Pratellesi
Per una universale dignità dei giornali digitali
“Oggi l’informazione online deve essere primariamente riconosciuta e secondariamente inserita in un quadro normativo che non solo riformi il mondo dell’editoria ma che lo faccia tenendolo in pari considerazione rispetto agli altri media tradizionali. Altrimenti parlare di pluralismo dell’informazione nel nostro paese rischia di diventare un puro e semplice esercizio di stile”.
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“Lo ribadiremo finchè non sarà chiarita questa ambiguità: le testate giornalistiche online non possono essere equiparate, in ogni obbligo di legge, alle testate tradizionali; abbiamo una serie di peculiarità e caratteristiche che nessun altro media possiede. La possibilità per gli utenti di interagire con la redazione, di instaurare un confronto e un dialogo tra loro, di pubblicare contenuti propri, di utilizzare account di altri servizi (ad esempio Facebook) per commentare notizie: sono tutte opportunità che solo i quotidiani online offrono e sulle cui responsabilità va fatta chiarezza”.
Anche dagli USA partono appelli contro lo sfruttamento dei giornalisti
I giornalisti devono smetterla di partecipare al loro stesso sfruttamento lavorando per una miseria o, peggio, offrendo gratis il loro lavoro. E devono ribadire, tutti insieme, la statura della loro professione. La ragione è semplice: se non danno loro valore a quello che fanno, non lo farà certo nessun altro.
Dovete dire no a chi vi invita a lavorare per niente promettendo solo il compenso di un vago mettersi in mostra. Inviti che, soprendentemente (o bisognerebbe dire scandalosamente?) vengono da persone che vengono pagate per il loro lavoro da organizzazioni più o meno profit. Invece di un semplice no, però, io direi loro qualcosa come:
Il Giornalismo di qualità richiede addestramento, tempo e tenacia. Sebbene sia facile riempire gli spazi con parole, immagini e video che vengono prodotti velocemente e a basso prezzo, il giornalismo di bassa lega è l’ equivalente delle calorie ‘’sporche’’.
Più calorie sporche consumi e più stai male. Non sarebbe bello per la nostra democrazia – per non parlare della nostra autoconsiderazione di giornalisti – se dovessimo cercare di nutrire la conversazione pubblica a livello locale, statale e federale con l’ equivalente giornalistico di Ding Dongs e McNuggets.
I pollai sono meglio del solitario canto del gallo
Roberto Natale parla del modo di confrontarsi politicamente di SB
Rendere felice un Malinconico
Via Repubblica Il giovane Anemone rendeva felice anche Carlo Malinconico, in quel momento segretario generale alla presidenza del Consiglio e poi presidente della Fieg. “Su richiesta di Angelo Balducci l’imprenditore contribuiva all’organizzazione e pagamento di più soggiorni vacanza presso l’hotel “Il Pellicano” di Porto Santo Stefano”. Naturalmente Malinconico non deve pagare un euro: “Mi raccomando, … Leggi tutto
Per salvare Fantabosco, Albero Azzurro e Melevisione
Su Facebook è nato il gruppo “Salviamo il Fantabosco dalla chiusura!” dopo che si è diffusa la notizia di una riduzione dei programmi per bambini dal palinsesto di Rai Tre compresa la Melevisione e l’Albero Azzurro. Le ragioni ufficiali sono l’ottimizzazione dei costi e la necessità di risparmiare in tempi di crisi. Praticamente tutti questi … Leggi tutto
La strana storia dell’esercito rumeno a Thaiti invece che ad Haiti
Via BlitzQuotidiano «I soldati rumeni hanno sbagliato rotta: invece di andare ad Haiti, hanno portato gli aiuti a Tahiti». Una notizia incredibile, tanto che un telegiornale colombiano l’ha presa per vera nonostante fosse una bufala. Tutto è partito dal sito umoristico rumeno”Times” che ha messo in rete il falso scoop, con tanto di commenti al … Leggi tutto
Aziende editoriali, contributi statali, trasparenza, irregolarità diffuse
Fasi Press pubblica una interessante lettera che apre una riflessione sulla necessità di non dare denaro pubblico e richiedere indietro quello dato in passato in caso che non siano verificate condizioni di legalità nell’atteggiamento degli editori.
“Nei giorni scorsi il Governo ha anticipato che chiederà alle banche la pubblicazione degli stipendi e dei benefit dei loro dirigenti. La norma dovrebbe far parte del decreto Milleproroghe (in discussione proprio in questi giorni) darebbe corpo ad un emendamento alla legge Comunitaria per il 2010. Salvo sorprese, verrà introdotto l’obbligo di comunicare con anticipo quanto si intende concedere in futuro, non solo ai top manager, ma anche ai dirigenti di prima fascia dettagliando ogni voce: parte fissa, parte variabile, stock option. Perché quel criterio di trasparenza non viene imposto anche alle aziende editoriali?
Ogni anno lo Stato (cioè noi cittadini) distribuisce centinaia di milioni di euro per sostenere l’informazione. E pagare, quindi, parte degli stipendi. Poi si scopre che, in molti casi, non vengono versati i contributi o che ci sono collaboratori senza contratto. Dal recente condono Inpgi abbiamo appreso che, dietro l’adesione di circa 160 aziende c’erano oltre 27 milioni di euro tra mancati contributi e sanzioni ridotte e più di cento posizioni irregolari ai danni di lavoratori autonomi.
Inquinamento dell’informazione: di chi le colpe ?
Alberto – giornalista – parla della campagna di sensibilizzazione delle PR contro l’inquinamento da comunicato stampa. Troppi comunicati inutili inquinano il mondo della comunicazione?
Secondo la campagna, questi i dati raccolti:
– 1,7 miliardi di comunicati stampa inutili sono stati ricevuti in totale in un anno solo dai giornalisti inglesi e americani
– il 78% dei comunicati stampa ricevuti sono stati considerati irrilevanti
– il 55% dei destinatari hanno proceduto a bloccare le mail dei mittenti.