Raccontando DiGiTi

Via ObiettivoTre

Il giornalismo on line sta crescendo sempre più in Toscana: accanto ai siti web dei media tradizionali, come stampa, radio e tv, sono sempre di più anche i giornalisti che fanno parte di testate prettamente on line, che hanno scelto cioè il web come unico canale di comunicazione. Per raccogliere le esperienze di questa realtà lavorativa, l’Assostampa Toscana ha creato poche settimane fa un nuovo gruppo di lavoro, il “Digiti – Giornalisti Digitali Toscana”, coordinato dal giornalista Pino Rea al quale abbiamo rivolto alcune domande per conoscere meglio la nuova realtà.

O3: Com’ è nata l’idea di creare questo gruppo? Pino Rea: Lavorando sullo sviluppo del giornalismo online, soprattutto per Lsdi (n.d.Libertà di stampa, diritto all’informazione). Due anni fa, con Vittorio Pasteris, facemmo un primo screening della situazione in Italia, con un incontro nella sede della Fnsi. Poi si è aggiunto Marco Renzi e ora con il nuovo presidente dell’Ast, Paolo Ciampi, abbiamo deciso di cominciare ad avvicinare il sindacato al settore in maniera specifica. Partendo dal territorio: la Toscana, appunto.

O3: A chi si rivolge Digiti e con quale scopo? Pino Rea: Ai giornalisti, a chi fa giornalismo e alla imprenditorialità diffusa: a quelli che operano in questo campo. Tenendo conto che spesso le varie figure si sovrappongono o si accavallano in parte.

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A dicembre il Sole 24 Ore supera La Stampa

Finito l’effetto Calabresi ? Via Affari Italiani Recuperano a dicembre il Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore. Secondo i dati sulle diffusioni (pubblicati da Stampacadabra e riportati dal sito di Franco Abruzzo) il quotidiano di via Solferino ha recuperato l’1,1% delle copie rispetto allo stesso mese del 2009 (ma su novembre 2010 c’è … Leggi tutto

I primi 100 giorni di Lettera 43

Via Lettera 43.it

Lettera43.it ha compiuto 100 giorni. Un piccolo bilancio dunque si impone. Anche per la trasparenza che ha caratterizzato sin dall’inizio l’operazione, visto che abbiamo detto sin da subito ai nostri lettori chi c’è dietro e quanti soldi sono stati investiti.
Un bilancio si impone anche perché, come ampiamente annunciato, dal 10 gennaio 2011 la Manzoni è diventata la nostra concessionaria pubblicitaria. A Fabio Vaccarono, che la guida, abbiamo consegnato la lista dei 25 clienti che hanno accompagnato il lancio del sito da ottobre a dicembre 2010, ai quali va tutta la nostra gratitudine.
Il loro sostegno è andato oltre ogni più rosea aspettativa, consentendoci nei primi tre mesi di battere ampiamente il budget previsto per l’intero 2011. Il fatto di essere entrati a far parte della scuderia Manzoni, la più importante concessionaria italiana per la carta stampata e internet, ci rassicura sul fatto che le soddisfazioni iniziali non verranno meno e che le attese non saranno deluse.

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Aldo Busi vs Marina Berlusconi, temi principali Mondadori e il conflitto di interessi

Via Dagospia

A me pare che ogni dichiarazione di Marina Berlusconi – che dimentica che Silvio Berlusconi prima di essere il padre di cinque figli è il Primo Ministro di sessanta e passa milioni di italiani – svuoti di senso, e di futuro imprenditoriale, la Mondadori, che secondo me dovrebbe poter andare avanti anche una volta che Berlusconi è fuori dalla politica (che ne ha dopato al rialzo tutti gli interessi economici, inutile sottolinearlo) e magari restando nelle mani dello stesso attuale proprietario.

Suggerisco quindi all’imprenditrice Marina Berlusconi di darsi una calmata ideologica da figlia del proprio e solo suo papà facendo come segue: a Segrate, chiami a raccolta tutti i “suoi” autori in un simposio aperto alla stampa e alle televisioni e chieda loro cosa pensano del Primo Ministro e, innanzitutto, quanto sono contenti di avere per referente editoriale un imprenditore della carta stampata che, guarda caso, è anche per l’appunto Primo Ministro.

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Al NYT i migliori cervelli del giornale vanno all’online

Maurizio Molinari su LaStampa.it Il direttore del New York Times, Bill Keller, ha deciso di riorganizzare il lavoro interno alla redazione per adoperare i «migliori cervelli del giornale» al fine di progettare come proiettare l’informazione sul web 24 ore su 24. Ecco cosa avverrà: alle riunioni redazionali del mattino e del pomeriggio verrà chiesto ai … Leggi tutto

Hacking the Sky, se capita

Dopo un po’ di settimane con in casa il decoder di My Sky HD, gentilmente recapitato attraverso Liquida nella casa Pasteris, Sky ha prestigiosamente invaso il televisore big di casa. Si sono oramai consolidati turni di utilizzo ben scaglionati secondo fasce d’età e gusti. I padroni del telecomando nelle ore preserali sono i pupi Pietro e Paola che si godono la smodata programmazione di cartoni e programmi a loro dedicati.

La moglie Barbara cerca di infilare nel suo lavoro quotidiano di mamma e pubblicitaria la possibilità, meglio nei weekend, di vedersi con calma i film proposti da Sky nel palinsesto del cinema. Papà Vittorio si dedica principalmente allo sport (calcio, rugby e basket Nba) oltre ai programmi di approfondimento. Negli ultimi giorni ha inziato ad apprezzare i programmi di intrattenimento cercando di trovare il tempo di dedicarsi anche ai meravigliosi programmi di Discovery Channel e i suoi fratelli: tanto per capirsi quelli della sezione mondi e culture.

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Medialaws: un blog sul diritto comparato sui media in Europa

Via Lsdi Un blog dedicato al diritto comparato sui media in Europa. Lo ha aperto Oreste Pollicino, docente alla Bocconi, chiamandolo Medialaws. Si tratta di un blog multilingue che ospita contributi di accademici, professionisti e studenti. Con un’ottica precisa: quella della comparazione internazionale. Il sito, che contiene già una cinquantina di commenti, news e articoli … Leggi tutto

Il Fatto Quotidiano ha fatto utili per 10 milioni di euro nel 2010 e li ha divisi fra i dipendenti

Alla faccia di chi dice che lanciare un nuovo giornale non può anche essere un buon sogno imprenditoriale. Occorre fare un buon giornale ed essere giornalisti e non servi degli editori. Via PolisBlog Il Fatto quotidiano, il giornale diretto di Padellaro, Travaglio e Gomez (a cui va aggiunta una bella e agguerrita squadra di giornalisti), … Leggi tutto

Dapospia propone un fanta walzer di direttori di giornali

Via Dagospia Lo Scarparo Della Valle è andato a trovare Carlo De Benedetti nel suo ufficio di via Ciovassino a Milano. Hanno parlato di un possibile passaggio a ”Repubblica” di Flebuccio de Bortoli, direttore del Corriere della Sera? Ah saperlo… (attivare Mariopio Calabresi, caro ad Elkann; alla Stampa, duello Gramellini-Cazzullo)

Il contrattacco di De Bortoli al Corriere

De Bortoli ha deciso di rispondere all’attacco ricevuto da una parte degli azionisti del Corriere Via Il Fatto Quotidiano

Al Corriere della Sera il direttore Ferruccio de Bortoli reagisce alle pressioni dei suoi azionisti, Fiat in testa, e denuncia “assai seri fatti accaduti recentemente, in casa nostra”. Ai giornalisti che ascoltavano la comunicazione del direttore in un incontro che si è tenuto ieri in via Solferino (con la redazione romana in collegamento) è parso evidente il riferimento alla lettera di protesta partita da John Elkann (casus belli gli articoli critici di Massimo Mucchetti), presidente di Fiat e secondo azionista della Rcs, che due giorni fa è anche andato di persona nella sede del giornale.

De Bortoli se la prende con un “establishment economico e finanziario [che] mostra di gradire poco le voci libere e le critiche: preferisce gli amici e i maggiordomi”. E nel consiglio di amministrazione della Rcs Quotidiani, che edita il Corriere, i membri dell’establishment ci sono tutti: da Cesare Geronzi a Giovanni Bazoli a Diego Della Valle e Marco Tronchetti Provera. Il direttore, tornato a guidare il giornale nel 2009 grazie soprattutto all’accordo tra Bazoli e Geronzi, sceglie di legare i suoi due problemi principali: i rapporti con la proprietà e la riorganizzazione del giornale, che è ancora in stato di crisi, chiedendo ai giornalisti di votare in un referendum “sul piano editoriale, sul piano di mediazione e sulla fiducia al direttore”. Se vince, sarà più forte davanti alla proprietà e potrà attuare il piano di riordino del Corriere, se perde lascia. Una prova di forza che, stando alle parole del direttore, sembra indispensabile. Ma che a molti redattori ricorda il “ricatto” denunciato dalla Fiom a Mirafiori, nel referendum chiesto da Sergio Marchionne.

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