Daniele Martini sul Fatto Quotidiano via Grnet.it
Viene male all’idea che la supersegreta, supersicura, superprotetta rete di comunicazione tra Carabinieri, Polizia e Guardia di finanza non sia in mano allo Stato, ma in quelle di una signora di origini polacche, Edoarda Wesselovsky, attrice di una qualche notorietà in gioventù. La rete si chiama Eda (Enterprise Digital Architects), ed è un impianto gigantesco di telefonia e dati in ponte radio di cui quasi tutti ignorano perfino l’esistenza, la più grande infrastruttura d’Italia di telecomunicazioni dopo quella Telecom, ultramoderna, informatizzata, digitale. Un sistema nevralgico studiato per far viaggiare in sicurezza assoluta telefonate e dati di poliziotti e 007, le conversazioni dei ministri, le comunicazioni delle questure e delle prefetture, le informazioni riservate e sensibili, da quelle sui ricercati a quelle sulle targhe delle auto sospette, dai resoconti sulle indagini alle segnalazioni degli agenti. E che entra in funzione anche nei momenti di emergenza a sostegno della Protezione civile, affiancando le comunicazioni tradizionali o sostituendosi ad esse nel caso siano danneggiate o messe fuori uso dai terremoti, dalle catastrofi, dalle sciagure.
Forse non avranno la fortuna di Ascanio Sobrero, il genio inventore della nitroglicerina, cui Alfred Nobel – una volta diventato ricco grazie alla dinamite – riconobbe una pensione vitalizia per ringraziamento. Magari non verranno ricordati nei secoli come Galileo Ferraris che, dopo aver scoperto il campo magnetico, ideò il motore elettrico a corrente alternata. E – per loro fortuna – non porteranno addosso il fardello del generale Giovanni Cavalli che, ideando la canna rigata, contribuì allo sfondamento delle mura della Roma papale nel 1870 e creò il progenitore del missile. Però, nel loro piccolo, possono essere considerati gli eredi di questa illustre stirpe: inventori cresciuti e sbocciati sotto la Mole.
Non è una moto, ma le somiglia molto. Non è una macchina, ma ha mutuato le tecnologie più raffinate oggi in circolazione. Ed è stata pensata per essere una via di mezzo: un veicolo pensato specificatamente per le esigenze di mobilità personale urbana e suburbana. Tre ruote e due posti in linea, una cella di sicurezza a prova d’urto, un sistema di guida semplice e innovativo che al contempo piega e sterza il veicolo, una propulsione elettrica ibrida in grado di fornire a discrezione dell’utente elevate prestazioni o di funzionare soltanto con la corrente e elettrica.