Segni dei tempi: la Ford vende la Volvo ai cinesi

Via Corriere Nuovo colpo all’industria automobilistica svedese. La Ford ha venduto la Volvo alla cinese Geely, mentre la scorsa settimana la General Motors aveva reso noto che il marchio Saab andrà lentamente a sparire essendo fallite le trattative di vendita alla Spyker. L’accordo tra Ford e Geely sarà finalizzato nei primi tre mesi del 2010, … Leggi tutto

Ben Bernanke l’uomo dell’anno di Time

Via Time

A bald man with a gray beard and tired eyes is sitting in his oversize Washington office, talking about the economy. He doesn’t have a commanding presence. He isn’t a mesmerizing speaker. He has none of the look-at-me swagger or listen-to-me charisma so common among men with oversize Washington offices. His arguments aren’t partisan or ideological; they’re methodical, grounded in data and the latest academic literature. When he doesn’t know something, he doesn’t bluster or bluff. He’s professorial, which makes sense, because he spent most of his career as a professor.

He is not, in other words, a typical Beltway power broker. He’s shy. He doesn’t do the D.C. dinner-party circuit; he prefers to eat at home with his wife, who still makes him do the dishes and take out the trash. Then they do crosswords or read. Because Ben Bernanke is a nerd. He just happens to be the most powerful nerd on the planet.

Leggi tutto

Obituary: Paul Samuelson

E’ morto a 92 anni l’economista Paul Samuelson, Nobel per l’Economia, scienza che ha saputo insegnare e trasformare nella sua carriera.

100 esempi di politiche ambientali

Via 100ambiente

Le politiche a basso impatto ambientale non solo riducono le emissioni di gas serra, portando benefici all’ambiente, ma stimolano e diversificano l’economia.

Lo rivela l’ultimo rapporto su circa 100 politiche climatiche di Paesi appartenenti al G20, realizzato da Ecofys e Germanwatch per il WWF e E3G, organizzazione no profit indipendente.

Il rapporto valuta le politiche climatiche di Paesi che sono responsabili per circa tre quarti delle emissioni globali di gas serra, identificando gli esempi migliori, quelli da non imitare e le lezioni da imparare.

Leggi tutto

L’emergenza meridionale

Angelo Panebianco sul Corriere.it Forse sarebbe il caso di convenire che in ampie zo­ne del Sud (non in tutte, certo) mancano attualmen­te le condizioni minime che rendono praticabile la democrazia locale (comu­nale, provinciale, forse an­che regionale) e che un commissariamento centra­le si rende, per quelle zo­ne, e per molti anni, indi­spensabile. In modo da co­ordinare … Leggi tutto

Il valore dei maggiori blog dipende dalla presenza dei loro fondatori

Delle intelligenti considerazioni via 24/7 Wall Street 24/7 Wall St. did its second annual Twenty-Five Most Valuable Blogs analysis in February. Most of these operations are run by their founders. There are cases where the founders are merely managers like the Sugar sites and others where the success of the blog is almost totally associated with the … Leggi tutto

Nonni da 50 miliardi

Via Lastampa.it

nonniLe famiglie italiane risparmiano 50 miliardi l’anno grazie all’aiuto dei nonni. Preziosi come baby sitter, soccorso irrinunciabile in alcuni lavori domestici e risorsa nella bella stagione quando magari i genitori sono al lavoro e i bimbi possono allungare le vacanze estive con i nonni.

Solo grazie alla voce estiva il risparmio delle famiglie italiane è quasi di 5 miliardi. Si tratta di cifre elaborate dalla Camera di Commercio di Milano sui dati Istat 2008 e sul registro delle imprese 2009. I risparmi per 50 miliardi emergono considerando quanto sarebbe necessario spendere per stipendiare altrettante colf e baby sitter per ogni bambino. L’indagine si sofferma insomma su una società dai bisogni in trasformazione, visto che ormai tra le famiglie cittadine con bambini piccoli, quelle in cui entrambi i genitori lavorano superano abbondantemente quelle in cui c’è la madre casalinga. Non a caso il settore imprenditoriale è in decisa crescita: le imprese che si dedicano all’assistenza sociale in Italia sono 11.998 e tra il 2008 e il 2009 sono aumentate del 7,7 per cento.

Leggi tutto

Too big to fail

Dadospia rilancia un articolo di Giovanni Pons su Repubblica sul caso Zunino

Le difficoltà in cui versa il gruppo Risanamento e le modalità con cui l´imprenditore Luigi Zunino è riuscito a far crescere in maniera sproporzionata la sua creatura sono ora al centro di molte discussioni. Qualcuno non si spiega come Zunino stia riuscendo a salvarsi mantenendo una quota cospicua di azioni in portafoglio. Altri si domandano come mai non vengano in qualche modo perseguiti i banchieri che hanno elargito con così tanta generosità i finanziamenti a Risanamento.

In effetti entrambe le questioni meriterebbero una spiegazione e la possibile partenza di un´inchiesta da parte della procura potrebbe far luce sulla vicenda. Bisognerebbe chiarire se Zunino ha potuto contare su alcuni rapporti privilegiati con alcuni banchieri e se oggi può vantare, sotto qualsiasi forma, strumenti di pressione che gli permettano di mantenere un ruolo di azionista che non dovrebbe spettargli.

Leggi tutto

La strada è lunga ma vedo la fine

Obama vede la luce della fine della crisi Il presidente Usa Barack Obama ha svolto oggi una appassionata difesa delle sue politiche economiche, dichiarando che hanno salvato il paese dalla recessione. Con i sondaggi che incalzano e mostrano sempre più americani dubbiosi delle sue politiche, Obama ha spiegato che gli acquisti pubblici di banche e … Leggi tutto

Editoria in tempi di crisi: la lezione di Economist e Bild

Via Corriere.it

La vita è curiosa. Nel 2006 The Economist profetizzava, con pi­glio provocatorio, la scompar­sa dalle edicole dell’ultimo quotidia­no nel 2043. Ora la recessione accele­ra i processi. Molti quotidiani e setti­manali, travolti dal calo della pubbli­cità, vanno male. Ma The Economist Group no. Anzi, il 31 marzo 2009 ha chiuso il suo bilancio record. Quando diede l’allarme al resto dell’informa­zione, la Cassandra londinese dichia­rava ricavi per 218 milioni di sterline con un utile netto di 22. Adesso, gua­dagna 38 milioni su 313 fatturati. L’al­fiere della globalizzazione – lettura obbligata dell’iperclasse che trasvola sulle patrie – miete i suoi successi. Vende quasi 1,4 milioni di copie, il doppio di 10 anni fa, il quintuplo ri­spetto agli anni Ottanta. Dell’autorevolezza della testata, fondata nel 1843 da James Wilson, un sostenitore del free trade, si sa tutto. Rupert Pennant-Rea, già direttore ne­gli anni Ottanta, è stato vicegoverna­tore della Banca d’Inghilterra e ora presiede l’editrice. Negli anni Trenta, Luigi Einaudi, esule volontario dal Corriere espugnato dal fascismo, era il corrispondente dall’Italia. Si sa me­no, invece, dell’azienda.

The Econo­mist Group riunisce, attorno alla sto­rica ammiraglia, mensili specializza­ti, siti internet, l’Economist Intelli­gence Unit e il notiziario del Congres­so Usa, Roll Call, cui si è aggiunto Ca­pitol Advantage, comprato l’anno scorso per 21 milioni di sterline forni­ti senza battere ciglio dalle banche benché – circostanza insolita a oc­chi italiani – il gruppo abbia un pa­trimonio netto negativo e l’acquisita abbia solo avviamenti. La verità è che, dopo oltre un secolo di bilanci contenuti, la società ha co­minciato a fare tanti soldi. E a distribui­re agli azionisti perfino un po’ di più di quanto guadagni. Negli ultimi 4 esercizi, ha pagato dividendi per 152 milioni avendo realizzato 126 milioni di profitti. Una scelta non rara nel Re­gno Unito: il London Stock Exchange si regola allo stesso modo. E resa possi­bile dal flusso di cassa abbondante. Ai soci interessa meno, evidentemente, il valore della società. In base al prezzo indicativo dell’azione a bilancio, il gruppo vale 500 milioni di sterline, ma la società non conferma perché non tutte le azioni sono uguali e The Econo­mist Group non è quotato. Anzi, una struttura proprietaria curiosa. Il capitale è infatti formato da 4 ca­tegorie di azioni: 100 azioni senza di­ritti patrimoniali ai trustees, 22,68 mi­lioni di ordinarie pressoché senza di­ritti di voto (gli Agnelli ne hanno ap­pena comprate 50 mila, parecchie so­no destinate ai dipendenti), 1,26 mi­lioni di azioni speciali A in mano a una novantina di soci tra i quali Lynn Forester de Rothschild con il 19%, e poi i Cadbury e gli Schroeders, e altret­tante di classe B di proprietà del Fi­nancial Times, gruppo Pearson, che le ha acquistate nel 1928. I 4 trustees controllano i passaggi azionari e le no­mine al vertice del giornale e della so­cietà.

Leggi tutto

Rita Clementi è volata a Boston

Via Corriere.it È stata di parola. Rita Clementi è volata a Boston. Da giovedì lavorerà in un importan­te centro medico. Ha lasciato l’Italia, così come aveva promesso, la ricercatrice precaria di Pavia che ha scritto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per denunciare lo stato comatoso della ricerca nel nostro Paese e per raccontare la … Leggi tutto