50 mila a Roma per Salvaciclisti

Via Il Messaggero Migliaia di appassionati delle bici questo pomeriggio si sono dati appuntamento ai Fori Imperiali per la manifestazione organizzata dal movimento Salvaciclisti, evento partito da un’iniziativa del quotidiano britannico Times. I ciclisti hanno chiesto più sicurezza nelle strade. Su due ruote intere famiglie, esponenti di movimenti ambientalisti e partiti politici. In contemporanea manifestazione anche … Leggi tutto

Giornalisti da vergogna: Alfonso Signorini

E 0vviamente l’Ordine non si sogna lontanamente di aprire un fascicolo sul personaggio in questione (Via Giornalettismo) Non solo tipacci poco raccomandabili. Anche il direttore di Chi Alfonso Signorini è stato alle prese con Ruby Rubacuori, al secolo Karima El Mahroug, e le uscite nei confronti della ragazza marocchina non sembrano niente male: Il 30 … Leggi tutto

Il ministro Severino, l’ordine dei giornalisiti e i blog

Via Il Fatto Quotidiano Per la serie: “io c’ero”. Ero a Perugia per il Festival del Giornalismo e spulciando il programma mi sono detto: “Andiamo a vedere che succede nell’intervista del ministro della Giustizia Paola Severino sul tema: etica e giornalismo”. Non è che mi interessasse eccessivamente seguire la nuova ed ennesima omelia teorica sul tema, … Leggi tutto

Giornalisti del Mattino si iscrivono alla Cgil

Via CIGL Campania “Le tessere della Cgil, per i giornalisti del quotidiano ‘Il Mattino’ che hanno chiesto l’iscrizione alla nostra organizzazione, sono pronte. L’appello lanciato nei giorni scorso dai cronisti della testata più prestigiosa del Mezzogiorno va raccolto e rilanciato. Siamo al fianco degli operatori dell’informazione che chiedono tutele e diritti, in una fase in … Leggi tutto

Giornali come Highlander

Via Cado in piedi

La Newspaper Association of America ha rilasciato i dati dei ricavi pubblicitari dei giornali statunitensi del 2011 comparati con la serie storica a partire dal 1950. La curva cresce fino al 2000 con il picco di 63,5 miliardi di dollari e scende all’improvviso in verticale dal 2008, come se fosse colpita da un fulmine ritornando ai livelli degli anni ’50, 22,6 miliardi di dollari nel 2011 contro 20 miliardi del 1950 (attualizzati con l’inflazione).
La raccolta pubblicitaria dei giornali si sta prosciugando. Solo negli ultimi tre anni ha perso negli Stati Uniti 35 miliardi di dollari. Le principali ragioni della scomparsa della pubblicità dai giornali americani sono lo sviluppo dell’informazione in Rete, il grande successo del sito Craigslist con lo spostamento on line degli annunci economici e l’avvento dei Social Media dove la pubblicità ha ritorni molto maggiori di un giornale sia per la versione cartacea che per quella on line. Nei mercati dove internet è diffuso la pubblicità per i giornali sta diventando insufficiente per mantenere gli attuali costi. In Italia avverrà lo stesso fenomeno nell’arco di pochi anni, due o tre. I giornali riusciranno a vivere senza pubblicità e senza il quotidiano di carta che vende sempre meno copie?

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Conosco più persone che hanno volontariamente lasciato contratti giornalistici a tempo indeterminato in testate nazionali che persone di talento senza un lavoro

Via Mafe

Non voglio dire di mettere da parte sogni e progetti, ma, al contrario, per evitare di boicottarsi da soli, di distinguere tra oggettive difficoltà (connaturate a qualunque progetto ambizioso) e colpevolizzazione. Niente come l’autocommiserazione complica la vita a chi pensa di aver qualcosa da fare e da dire, soprattutto in tempi in cui, nonostante tutto, le barriere al fare e al dire si sono abbassate tantissimo.

Parlo soprattutto di chi sogna un lavoro nell’informazione e nella comunicazione, sogni per niente recenti. Nel 1987 – nel secolo scorso – quando mi sono iscritta al corso di diploma universitario in Relazioni Pubbliche dello IULM c’era gente in coda dall’alba per assicurarsi il posto. Internet e i media digitali hanno abbassato le barriere in ingresso alla selezione per i mestieri del fare informazione e del fare comunicazione, creando però un demi-monde di persone né dentro né fuori, un vero e proprio limbo in cui il rischio di restare intrappolati per sempre e di diventare complici dei propri aguzzini è elevatissimo. Non a caso da più parti si punta il dito contro il malcostume di pagare niente o pochissimo i collaboratori soprattutto se provenienti dalla Rete e non da canali di recruiting più tradizionali. Ecco, qualcuno ogni tanto deve ricordarlo: se dopo anni (facciamo cinque?) sei ancora pagato pochissimo c’è il rischio che tu stesso, continuando ad accettare condizioni inaccettabili, contribuisca alla situazione. Dire di no si può, in alcuni casi si deve.

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