Le Sessioni di Venezia: episodio terzo

Terzo appuntamento martedì 12 maggio a Venezia per le Venice Sessions organizzate al Future Centre di Telecom Italia coorganizzato con Nova Dopo il primo evento ad ottobre, e il secondo a marzo , il tema del terzo appuntamento è Tecnologia e Arte contemporanea, due frontiere dell’innovazione lontane e al tempo stesso molto vicine. Il bloggante … Leggi tutto

Noi stiamo con gli eretici (digitali)

Massimo Russo e Vittorio Zambardino Siamo due giornalisti. Da 15 anni ci sporchiamo le mani con il web, prima con internet. E’ importante sporcarsi le mani. Abbiamo attraversato due bolle e realizzato molte creature di rete, anche di qualche successo. Il motivo per cui frequentiamo internet è solo in parte professionale. Ci piace essere “là”, … Leggi tutto

Scenari editoriali mutanti

Simona Lodi da Toshare

Bruce Sterling ha iniziato a parlare della collisione tra mondo della carta stampata e mondo digitale, uno scontro molto forte, dai risultati ancora imprevedibili. Vent’anni fa si dava per scontato che la carta stampata sarebbe scomparsa e che giornali e libri sarebbero diventati digitali.

Questa previsione non si è avverata totalmente, ma oggi i giornali cartacei stanno scomparendo e gli scrittori si stanno sempre più confrontando con la distribuzione in rete di contenuti e notizie. E’ in corso una transizione verso una terra di nessuno, non solo cartacea, ma nemmeno totalmente digitale.

Il ruolo degli autori migra verso rappresentazione che oggi non ha un contorno preciso, perché non c’è un pubblico unico e non c’è un modello di business in rete che può sostituire quello della carta stampata. E se anche in Italia questo cambiamento sarà meno impattante, anche qui i giornali si stanno spegnendo, con la conseguenza che gli scrittori non hanno più  luoghi di prova né un terreno fertile per la loro notorietà. Inoltre, secondo Sterling, anche i mezzi di produzione e distribuzione stanno subendo un cambiamento.

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Per non uscire dalla conversazione in rete

Il maestro Vittorio (Zambardino) analizza lo stato dell’arte dell’editoria dopo la proposta di Murdoch di mettere i contenuti digitali a pagamento

Bisogna leggerlo dal fondo

La dura verità è che il senso del passaggio al regime “pay” non è commerciale. E’ culturale. I giornali usciranno dalla “conversazione”, e riducendo la rete a pura piattaforma distributiva, si isoleranno dalle persone che in rete si informano e vivono. Se si sceglie di essere quelli che si fanno pagare, si smette di essere soggetti attivi della rete e fonte accreditata delle sue notizie. Che poi è l’unica battaglia vinta dai giornali negli ultimi 20 anni, l’unico traguardo raggiunto con successo.

Poi ripartire con il resto

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Diffamazione a mezzo FacciaLibro

Due eventi simili, segno dei tempi

Il primo

Un imprenditore ha presentato querela per diffamazione nei confronti di un ex collaboratore per insulti riportati sulla bacheca del profilo personale di facebook. Il caso in esame è stato riportato dalla rivista on line La voce e costituisce un caso di scuola che seguiremo dal blog. ecco la fonte della notizia:  articolo della giornalista Dott.ssa Roberta Verduci. Il caso in esame solleva alcuni interrogativi: cosa si può fare nei casi di diffamazione on line ? come dimostrare e quantificare il danno all’immagine patito ? come tutelarsi?

Una delle prime cose da fare è non perdere la calma; stampare e documentare le frasi in oggetto; disabilitare la funzione che permette di scrivere sulla bacheca telematica e di estrapolare i profili; segnalare il caso a facebook; scrivere alla persona che insulta di desistere dall’attività e rappresentare alla stessa di avere segnalato il caso alle autorità competenti tramite un legale; depennare la persona dal proprio contatto; inviare mail informativa generake di notifica ai propri contatti comuni al soggetto che vi insuta.

Il secondo

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La dittatura di Facebook

Via Valerio Mariani

Il problema è serio. Facebook è una dittatura. Nessuno sa ufficialmente il perché le entità segrete che vivono quasi in clandestinità a Palo Alto, in California, eseguono gli ordini di un venticinquenne molto fortunato, e certamente molto intelligente, senza chiedersi il perché, senza fornire un perché, senza pubblicare, magari in italiano o in tutte le lingue del mondo, un codice di comportamento preciso ed esente da dubbi e contraddizioni.

È un problema serio. E non riguarda solo Facebook ma tante realtà del web, e forse non solo, nate dalla mente di questi, certamente geniali, babyboomers americani che un giorno inventano un servizio innovativo, raggiungono un successo assolutamente virtuale, non confortato da ricavi in soldi veri o da un business plan benché minimo che risponda a questa semplice domanda: come faccio a far quadrare i conti?

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