Google: il giornalismo di qualità vincerà

Via Politico

The chief executive of Google has a message for the staggering newspaper industry: Things will get better. But, Google CEO Eric Schmidt told a group of industry brass Sunday evening, that will mean big changes to the news business and Google will continue being an integral part of those changes.

Newspapers, he said, will make money once again. But it will be from online advertisements and an altered subscription model. “We have a business model problem, we don’t have a news problem,” Schmidt said. Speaking to the American Society of News Editors’ annual convention at the J.W. Marriott in downtown Washington, Schmidt showered praise on the industry, calling journalism an “art.” Schmidt said he reads three newspapers, and called their work indispensible. And he blasted blogs, saying that any questions about the value of newspaper editors can be answered: “look at the blog world.”

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Obituary: Edmondo Berselli

Via Pazzo per Repubblica

E’ morto a Modena, dopo una lunga malattia, Edmondo Berselli. Aveva 59 anni. Scompare una delle figure più eclettiche dell’editoria e del giornalismo italiano. Editorialista di politica per Repubblica e collaboratore de l’Espresso, osservatore attento della società italiana, fustigatore – se necessario – delle sue debolezze e delle contraddizioni della politica con l’occhio dello spirito libero e, senza tentennamenti, laico e repubblicano. E, insieme, narratore – negli articoli e nei libri – delle passioni ( e delle cadute di stile) dell’Italia della musica, dello sport, del mondo culturale e dei suoi salotti. Fino alla gastronomia. Forse un titolo – Quel gran pezzo dell’Emilia. Terra di comunisti, motori, musica, bel gioco, cucina grassa e italiani di classe – sembra metterle insieme tutte mostrando un osservatore poliedrico e senza paraocchi della società italiana.

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La Valigia blu: fuori i partiti dalla Rai

Via Xcittà Vogliono una risposta chiara. E la vogliono subito. Il popolo della “valigia blu”, gruppo nato su Facebook e diffusosi per il web come un virus, è molto preciso nelle sue richieste: “Il Tg1, nella persona del suo direttore, deve rettificare quanto detto su Mills: non è stato assolto, come erroneamente affermato. La prescrizione … Leggi tutto

Ipad, la piattaforma anti web e il conflitto di interessi dei giornalisti

Dan Gilmor non le manda a dire a Apple e ai giornalisti

The iPad, as many others have noted, is designed to work best with apps: Apple’s own and the third-party apps that are coming into the Apple-controlled market from which Apple profits with every sale of a paid app and will profit further from commercial activities that take place inside those apps. It’s much more in Apple’s interest to push the iPad as an app platform than as a Web platform, however well the device runs Flash-forbidden Safari (competing browser providers are not welcome in any case).

Apple wants to be not just the platform but also, effectively, the pipe — a permission-required conduit — for the information that gets to the device. This makes the iPad a fundamentally anti-Web platform no matter what Apple and its supporters claim. It makes the iPad an anti-Internet platform, as GigaOm’s Paul Sweeting told NPR the other day. Apple’s lockdown methods suit a large number of media consumers just fine. They want a walled garden. They want Apple to protect them. They want an ecosystem where someone else makes all the key decisions so they don’t have to worry.

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Ma i blogger sono giornalisti?

Via LSDI

Ma i blogger sono giornalisti? E quanto è credibile l’ informazione che essi producono? Le domande vengono riproposte questa volta da una ricerca condotta da PRWeek e PRNewswire, due delle principali testate online di pubbliche relazioni, secondo cui il 52% dei blogger americani si considerano giornalisti L’ ultima volta che era stato fatto un sondaggio del genere la percentuale era più o meno il 33%.

La domanda comunque – rileva Jeremy Porter su Blog.journalistics.com –, non è tanto perché sempre più blogger si considerino giornalisti (certo, per i principianti fa cool essere un giornalista), ma quanto è credibile la loro informazione?

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Iad è la nuova vera sfida di Apple

Via Macity

Con iAd Apple muove i primi passi nel mercato del mobile advertising, proponendo un servizio di mobile advertising specificatamente studiato per il software dei dispositivi multitouch della Mela.

Il concetto che sta alla base di iAd è strettamente legato alle applicazioni e al loro significato nell’utilizzo giornaliero di un utente. Secondo Steve Jobs, a differenze dall’esperienza desktop, l’attività ricerca è meno importante sui device mobili; la parte delle leone è fatta dalle applicazioni e dal tempo che l’utente trascorre in loro compagnia. Il ragionamento di Jobs è semplice: così come su desktop il centro nevralgico dell’attività web è rappresentata dal motore di ricerca, su cellulare invece tutto parte della applicazioni.

Da questo assunto (più o meno condivisibile) prende le mosse la filosofia di iAd: i messaggi promozionali sono integrati direttamente nelle applicazioni e tentano di offrire un servizio che dovrà coniugare l’impatto emozionale – tipico degli spot televisivi – con l’interattività del web. Come dimostrato nella presentazione, la pubblicità offerta da iAd assomiglia molto di più ad una mini-applicazione interna alle app stessa, capace di offrire giochi integrati o opzioni interattive.

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Valigia blu di nuovo in Viale Mazzini

Via Repubblica

Saranno di nuovo ai cancelli della Rai. Per “scalfire l’arroganza del potere”. E per chiedere, ancora una volta, la rettifica per le notizie false date dal Tg1 del 26 febbraio sul Caso Mills. L’appuntamento è per sabato alle 11 all’ingresso della Rai in Viale Mazzini. Loro sono ‘La valigia Blu’, movimento nato da ‘La dignità dei giornalisti e il rispetto dei cittadini’, 196mila adesioni su Facebook in un mese e mezzo. Per ricordare, alla testata diretta da Augusto Minzolini, che “prescrizione non è assoluzione”. Tra gli obiettivi: mettere in discussione la lottizzazione della televisione di stato. “Vogliamo che la Rai sia libera dai partiti e garante del pluralismo”.

L’annuncio della mobilitazione è stato dato con una lettera che Arianna Ciccone, responsabile de ‘La Valigia Blù e anima del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, ha inviato al presidente della Rai Paolo Garimberti. Vi si legge: “Più volte vi abbiamo scritto via mail e cercato al telefono. Chiedendo di essere ricevuti o di avere una risposta. Ma ci ha avvolto solo uno stupefacente silenzio misto a indifferenza”. Nella lettera la Ciccone rievoca la giornata del 5 marzo, quando è stata ricevuta in Rai. “La posizione del dott. Paglia  –  responsabile delle relazioni esterne Rai – è stata: la notizia corretta è stata data successivamente. Ma come può capire non basta dare la notizia correttamente. Bisognava fare riferimento all’errore e magari scusarsi con i telespettatori”.

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La crisi della CNN

Trentanni di storia, ma senza festeggiamenti Via Marco Bardazzi A febbraio, la CNN come numero di spettatori è finita alle spalle non solo di FoxNews e MSNBC – che ormai la battono regolarmente – ma anche di Headline News, il canale speciale della stessa CNN dedicato alla notizie in breve dal mondo, e perfino di … Leggi tutto

I conti sull’Ipad economia dei media

Via il Giornalaio TBI Research pubblica una simulazione che dimostra chiaramente come l’ennesima corsa all’oro scatenata dal lancio dell’ iPad non salverà neanche lontanamente i bilanci degli editori. Simulando possibili scenari diversi, anche ipotizzando che, al di là di ogni più rosea aspettativa, vengano venduti 16 milioni di iPad nei prossimi due anni, i ricavi … Leggi tutto

L’Ipad, il CD-ROM e il mercato dei media ieri e oggi

Via Techdirt

The media has been making a huge deal about how the iPad is supposed to “save the business,” because suddenly everything will return to apps, and people pay for apps, and toss in a big dose of “Steve Jobs!” and there’s some sort of magic formula which includes some question marks and inevitably ends in profit! Now, the iPad does look like a nice device, and I have no doubt that it will do quite well for Apple, and many buyers will be quite happy with it. But it’s not going to save the media business in any way, shape or form. It’s just the media chasing a rainbow in search of gold that doesn’t exist.

A few months back, I tried to ask a simple question that we still haven’t received a good answer to: all of these media companies, thinking that iPad apps are somehow revolutionary, don’t explain why they never put that same functionality online. They could. But didn’t. There’s nothing special about the iPad that enables functionality you couldn’t do elsewhere. But, it goes deeper than that. People are being taken down by app madness. Because the iPhone has sold a bunch of apps, suddenly old school media players are suddenly dreaming of the sorts of control they used to have, and pretending it can be replicated on the iPad. But that’s a big myth.

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