La Carta di Firenze entrerà in vigore il primo gennaio

Via sito Odg La Carta di Firenze entrerà in vigore il 1° gennaio. L’annuncio è stato dato dal presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, nel corso di una conferenza stampa al termine del consiglio nazionale dell’Ordine. “Il 13 dicembre scorso – ha detto Iacopino – abbiamo convocato i presidenti degli Ordini Regionali per parlare non … Leggi tutto

La crisi economica for dummies in radio

Un ottima idea di Radio 24 per spiegare la situazione economica agli italiani Martedì 20 e mercoledì 21 Dicembre Radio 24 vi da una mano a capire la crisi. Due giornate di programmazione speciale per spiegarvi cosa sta accadendo: le informazioni, gli approfondimenti, i consigli degli esperti, il quadro internazionale, le Borse. Due giornate dedicate … Leggi tutto

La fine del TG1 in un ebook

Via Europa Quotidiano A novembre 2011 il Tg1 diretto da Augusto Minzolini, con il 22,07 per cento di share, tocca il punto più basso degli ascolti nella storia della testata. Francesco Siliato analizza per Europa le ragioni del tracollo e racconta, direttore per direttore, gli alti e bassi del primo telegiornale. Scarica gratuitamente l’ebook La … Leggi tutto

Cinque domande sull’epurazione dei pubblicisti

L’Ordine dei Giornalisti per anni ha avuto la stranezza abissale di avere due tipologie di figure professionali: i giornalisti di serie A e di serie B: i professionisti e i pubblicisti. Per anni i pubblicisti sono proliferati perchè al sistema servivano voti, carne da macello e numeri. Il sistema andava rivisto e ristrutturato da tempo facendo uscire di fretta “i mercanti dal tempio”, ma non si è fatto nulla per una redenzione morale. Ora arriva la mazzata, non inattesa, delle liberalizzazioni a venire e inizia “la grande rivoluzione” in cui terrorizzati i portatori di privilegi cercheranno di salvare il privilegio. Ma ora i topi stanno per uscire dalle tane e i gatti li mangeranno.

Qualche quesito sull’evoluzione delle cose di Stefano Tesi

Che fine, professionalmente parlando, faranno gli 80mila colleghi, non è dato sapere. Qualcuno propone di relegarli in un albo “ad esaurimento”, come i Cavalieri di Vittorio Veneto, ma senza medaglie al merito.
I diretti interessati (o meglio, chi all’OdG formalmente li rappresenta) ovviamente alzano le barricate e difendono anche le poltrone, i privilegi, le diarie e le indennità di un fortino in un tutta onestà non sempre difendibile. Tanto da indurre un commentatore (qui) a parlare di “Ordine prigioniero dei pubblicisti”.
Beh, contrariamente ad altri colleghi ho preferito pensarci bene prima di affrontare l’argomento, che mi pare assai più complesso e spinoso di quanto sembri.
E non mi sono unito al coro di chi per istinto, e forse un po’ superficialmente, ha gioito per questa paventata abolizione dicendo che finalmente non si ritroverà più accanto, nel mestiere, a dopolavoristi e signore bene.
Mi pare una posizione, sebbene comprensibile, miope e ingenerosa, ma soprattutto un po’ avventata, priva degli scrupoli che ci si dovrebbero fare quando si prendono decisioni destinate a incidere pesantemente sulla vita e sul futuro lavorativo delle persone.
Preferisco invece farmi e porre ai lettori alcune domande.

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Aspiranti giornalisti in cerca di Editore

Giuseppe Sicari Via Dazebaonews

Giovani, giornalisti e disoccupati, che per trovare sbocchi dove liberare il proprio sogno, trovano maggiore spazio sul web, scrivendo sì su testate giornalistiche ma on-line. E così sulla rete internet, si affollano migliaia di giornali. Pensando a ciò, è possibile ipotizzare una diversa e più accurata redistribuzione del finanziamento pubblico alle testate giornalistiche?

“Penso che in linea di principio sia giusto ma credo che per far ciò si dovrà arrivare con una decisione politica, una trattativa a cui dovranno partecipare tutte gli interessati. Però, immagino che le parti interessate all’interno della FIEG – televisioni, quotidiani, periodici ecc. – saranno riluttanti a perdere una fetta dei proventi che, allo stato attuale, ottengono. Per cui ci sarebbe bisogno sicuramente di una trattativa. Lo stesso discorso si è verificato con la pubblicità. Esiste una grande polemica tra carta stampata e televisione perché quest’ultima, negli ultimi anni, l’ha fatta da padrona, rastrellando forse l’80% della torta pubblicitaria, mentre prima avveniva il contrario”.

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Ora si inventano anche i finanziamenti ai giornali vecchi e inutili per la transizione al digitale

Una intervista al sottosegretario Malinconico sul Fatto Quotidiano

Altro che acqua gelida. C’è bisogno di milioni freschi per evitare che la carta bruci. Decine di quotidiani, consumati anni di sprechi pubblici, chi per colpe proprie chi per errori altrui, rischiano di scomparire. Carlo Malinconico, sottosegretario per l’Editoria, annuncia una riforma del sistema per il 2014 e consola i parlamentari in Commissione: “Il fondo reale è di 53,5 milioni di euro”. Al Fatto Quotidiano racconta di strade imboccate senza possibilità di ritorno. Non si torna indietro.
Sottosegretario, come spiegare l’editoria assistita?
Non va spiegato perché non esiste. Le testate che ricevono i contribuiti pubblici sono una parte consistente, non l’unica.
Perché sostenere i giornali di partito?
Noi dobbiamo difendere il pluralismo, assicurare la diversità al massimo.
Non basta la legge del mercato?
Il mercato va oltre le regole perfette. E noi interveniamo per difendere le voci che si esauriscono. Spesso il mercato è falso e spietato.

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Nasce OsservatorioTivvù

Via Valigia blu

Valigia Blu e Giovanna Cosenza, docente di Semiotica all’Università di Bologna, hanno deciso di avviare OsservatorioTivvù. Un gruppo di giovani giornalisti e blogger, da un lato, e di studenti e neolaureati dell’Università di Bologna, dall’altro, seguiranno sotto il nostro coordinamento alcuni programmi della televisione generalista italiana, diversi per contenuto, canale, fascia oraria e target, da oggi alla fine di febbraio 2012.

Vogliamo registrare e annotare sistematicamente:
1) quanti e quali politici italiani vengono ospitati nei vari programmi televisivi;
2) quanti e quali personaggi pubblici vengono invitati perché notoriamente connessi a leader o partiti politici, perché parenti (figli, mogli, ecc.) di politici, o perché legati ai vari leader e partiti per amicizia o ragioni professionali;
3) cosa i leader politici e i personaggi pubblici dicono e fanno di preciso in trasmissione, anche se non parlano esplicitamente di politica, ma si limitano a giocare, scherzare e interagire con altri ospiti in studio o con il pubblico su temi di intrattenimento e spettacolo;
4) quante e quali volte, anche in assenza di leader politici o personaggi pubblici a loro connessi, uomini e donne di spettacolo (cantanti, attori, attrici, presentatori, ecc.) parlano di o alludono a personaggi, eventi e contenuti della politica italiana, anche in contesti di intrattenimento che non avrebbero nulla a che fare con la politica;
5) cosa dicono di preciso uomini e donne dello spettacolo quando parlano di politica o anche soltanto vi alludono. 

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Fenomeni a catena: le liberalizzazioni delle edicole, lo sciopero degli edicolanti e la crisi della carta stampata

Per combattere le corrette proposte di liberalizzazione di mercato del governo Monti che ha però ha piegato la testa, speriamo per ora, di fronte a farmacisti e tassisti, le organizzazioni sindacali degli edicolanti italiani hanno previsto una serrata per i giorni il 27, 28 e 29 dicembre con la chiusura totale dei punti vendita. Lo … Leggi tutto

Le (non) dimissioni Mentana raccontate in ordine cronologico

Arianna (Ciccone) sta raccontando con Storify tutta la vicenda delle dimissioni o meno di Mentana dalla direzione de La7 … Se ne va perché denunciato dal sindacato e dal comitato di redazione per comportamento antisindacale. Ma il sindacato smentisce e anche l’azienda smentisce di aver ricevuto le dimissioni. E intanto il titolo crolla in borsa…

Dai titoli alle vie di fatto passando dalle scuse a posteriori. Ecco perchè il giornalismo italiano perde credibilità

Via QP “Inconsapevolmente” è parola da usare con cautela, soprattutto se a farlo sono dei professionisti della comunicazione come i giornalisti. Perchè ci hanno insegnato a non giocare con le parole, a pensarci su centinaia di volte prima di titolare un pezzo, scegliere un aggettivo, virgolettare le frasi sentite per strada, interpretare i pensieri delle … Leggi tutto

Wolfgang Achtner si candida alla direzione del TG1: il direttore tecnico che serve

Ricevo e pubblico. Per quelli che non sapessero chi è Wolfgang Achtnerun breve CV di Wolfgang

Caro Vittorio,  Ti scrivo per informarti che ho deciso di avvisare il CdA della Rai che sono disponibile ad accettare l’incarico di direttore del TG1.

Credo di avere le carte in regola per questo incarico: sono indipendente politicamente, la mia carriera di giornalista televisivo include oltre vent’anni di esperienza con alcune delle principali testate giornalistiche televisive mondiali tra cui l’ABC News, la CNN e la Press TV, sono uno dei pionieri del videogiornalismo – il giornalismo televisivo praticato da un giornalista che effettua da solo le riprese per i suoi servizi sul campo – e autore di numerosi documentari d’attualità. Inoltre, ho una notevole esperienza nel campo della formazione: sono l’autore dell’unico testo accademico sul giornalismo televisivo in italiano e, oltre ad essere stato titolare di corsi universitari, ho gestito corsi di formazione per videogiornalisti e sulla comunicazione televisiva per il Gruppo Espresso e altri importanti aziende italiane.

Nel momento in cui un nuovo governo è al lavoro per salvare il Paese, sono convinto che un buon esito dipenda da una consapevole partecipazione dei cittadini italiani e questo richiede una buona informazione, in particolar modo televisiva, che attualmente non c’è. Per cui, ritengo che sarebbe indispensabile offrire agli italiani quello che in questo Paese è sinora sempre mancato: un telegiornale pubblico comparabile per qualità giornalistica e tecnica ai migliori telegiornali internazionali, come la BBC, la CNN, o Al Jazeera International, tanto per fare alcuni esempi.

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