La mancanza di moralità del mondo finanziario sembra aver trovato un contropotere con cui non aveva fatto i conti: i suoi stessi clienti

Via Pino Bruno

Molly Katchpole, 22 anni, di Washington, ha reagito contro la decisione della Bank of America che pretendeva cinque dollari per le operazioni con il bancomat, una misura che anche altre banche pensavano di introdurre. La ragazza ha pubblicato la sua protesta su internet. In poche ore 300mila persone si sono unite a lei, le banche hanno rinunciato al prelievo e i mezzi d’informazione ne hanno parlato”. Lo ha ricordato qualche giorno fa Manuel Castells in un suo intervento su La Vanguardia a proposito del movimento Occupy Wall street. Senza voler enfatizzare il ruolo della rete, ecco un inequivocabile gol segnato dal movimento – tutto statunitense – nato e cresciuto sul web e sui social network. Far fare un passo indietro alla potente Bank of America e ai suoi succedanei non è cosa da tutti i giorni. Ecco, quando in Europa e in Italia la protesta riuscirà a produrre gli stessi effetti, potremo finalmente parlare di cittadinanza digitale.

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L’effetto valanga di Report sulla finanza vampira e sui politici vampirla

Puntatone di Report sulle origini remote della crisi Trader, default, spread, orsi e tori: termini che ormai sono entrati nei nostri discorsi quotidiani: è il linguaggio ai tempi della crisi. Ma come stanno effettivamente le cose? Qual è lo stato reale dell’economia? C’è la crisi ma per chi? I valori dei prodotti delle operazioni finanziarie, … Leggi tutto

Un debito pubblico da record

Via IlSole24Ore Ad aprile, debito pubblico record a quota 1.812,7 miliardi di euro. Si tratta del livello più alto mai raggiunto, e che continua a crescere, a differenza delle entrate tributarie che, nel primi 4 mesi del 2010, hanno toccato quota 104,794 miliardi, in flessione dell’1,86% rispetto all’analogo periodo 2009, quando “pesavano” 106,787 miliardi. Le … Leggi tutto

Finanza creativa e debito pubblico greco

Via Ilsole24Ore La finanza creativa di Wall Street, e in particolare due grandi banche come Goldman Sachs e JP Morgan Chase, utilizzando ingegneria finanziaria simile a quella dei subprime negli Stati Uniti e cessione di diritti come vendite e non come garanzie su prestiti hanno aiutato la Grecia a mascherare l’entità del suo debito pubblico … Leggi tutto

Bollettino dello disastro finanziario del 5 febbraio

Via IlSole24Ore Non si arresta l’ondata di vendite sui listini azionari europei sulla scia della speculazione innescata ieri dai timori sulla tenuta dei bilanci di Grecia, Spagna e Portogallo. Sulla base dell’indice Eurostoxx 600 che ha perso l’1,88%, la capitalizzazione delle borse europee accusa una perdita di altri 100 miliardi di euro dopo i 150 … Leggi tutto

Dubai bonds

Ricomincia la spirale della finanza “gorgo” dal paradiso di Dubai Via  Finanza Online Lo spettro del crac per Dubai fa tremare i mercati. La richiesta di moratoria di 6 mesi su debiti da oltre 59 mld di dollari da parte di Dubai World, la holding controllata dal governo di Abu Dhabi che ha sviluppato alcune … Leggi tutto

Il pasticciaccio del caso Zunino

Via Dagospia Con circa quattro miliardi di euro incagliati nel gruppo Zunino, ai piani alti delle principali banche italiane ci sarebbe poco da ridere. Ma basta parlare con qualche pezzo grosso di Intesa-Sanpaolo (la più esposta con il costruttore piemontese), o di Unicredit e Monte Paschi, per scoprire che anche in questa (ennesima) tragedia bancaria … Leggi tutto

Bollettino dello disastro finanziario del 1 febbraio

Eugenio Scalfari su Repubblica 1. Il Pil degli Stati Uniti registra un arretramento del 3,8 sull’anno precedente. Potrebbe anche andar peggio, certo non andrà meglio. 2. La crisi bancaria è tutt’altro che sopita: è una brace che potrebbe ancora stimolare fiammate incendiarie con effetti devastanti sul sistema bancario mondiale. 3. La recessione dell’economia giapponese sta … Leggi tutto

Quando ti pagheranno per farti un prestito

Dopo il “semitassozero”  dei Fed Funds USA Lavoce.info fa il punto della situazione

La discesa dei prezzi di oggi potrebbe trasformarsi in deflazione e aggravare così la crisi. E’ il timore di Ben Bernanke, che per questo ha portato il Fed Funds Rate quasi a zero, per dare fiato ai consumatori e agli investimenti. Ma il presidente della Fed è anche l’unico a combattere questa battaglia. Perché gli Stati Uniti sono nel periodo di transizione fra due presidenti e l’Europa si muove con una lentezza da pachiderma. Soprattutto per la posizione della Germania. Nell’economia americana, da due mesi, i prezzi scendono anziché salire come era sempre successo da decenni a questa parte. Prima, meno 1 per cento in ottobre, ora meno 1,7 per cento in novembre.

I consumatori che non hanno perso il loro posto di lavoro vedono la cosa con sollievo. E infatti alla fine di novembre hanno riempito i negozi d’America per approfittare degli sconti e dei saldi anticipati. Quest’anno, però, negli Stati Uniti le luminarie natalizie sono state accese in ottobre.

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L’uomo da 50 miliardi di dollari

Via Sole 24 Ore

Per quasi 50 anni Bernard Madoff, “Bernie” per gli amici, ha gestito la sua attività di brokeraggio a New York come “family business”. E come un affare di famiglia questo settantenne dall’aspetto bonario pensava di concludere la sua onorata carriera prima di consegnarsi alle autorità per quello che potrebbe rivelarsi come il più grande scandalo della storia di Wall Street. All’alba di giovedì, quando gli agenti federali sono entrati nel suo appartamento nel cuore di Manhattan per arrestarlo, Bernie ha dichiarato candidamente di non avere «spiegazioni innocenti» per giustificare un buco che, per sua stessa ammissione, ammonta ad almeno 50 miliardi di dollari, cinque volte, per avere un paragone, il crack di Worldcom del 2002.

La spiegazione “autentica” è quella che ha fornito lui stesso ad alcuni dei suoi più fidati collaboratori, quando, secondo l’atto di accusa depositato dalla Sec, li ha chiamati a raccolta per una confessione shock: la sua attività di investment advisory era semplicemente «una gigantesca bugia» dietro la quale si nascondeva la più classica delle truffe, la catena di Sant’Antonio meglio conosciuta negli Usa come il «Ponzi scheme».

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