Verso la fine dell’era Blackberry ?

Via Nyt

R.I.M.’s share of the American smartphone market reflects this shift. It fell to 41 percent in the first quarter from 55 percent in the previous year, according to Gartner. The combined share held by iPhones and Android handsets rose to 49 percent, from 23 percent over the same period.
True, R.I.M.’s sales in overseas markets are increasing, enabling it to hold its share of the global smartphone market more or less steady. But handset trends increasingly originate in the United States because of the growing importance of smartphone software.

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Un appello per donare il sangue in estate a Torino

Un appello alla donazione del sangue nel periodo estivo è stato rivolto dall’ospedale Molinette di Torino che, in una nota, rileva come a fronte della crescita di domanda di sangue in particolare nel periodo estivo, a causa di un elevato numero di incidenti stradali, si è riscontrata una diminuzione dei donatori. «E ciò che è … Leggi tutto

Per salvare il rugby all’Aquila

L’Aquila Rugby 1936 vuole proseguire il suo cammino, quale simbolo di speranza per la rinascita della Città intera, ma per farlo ha bisogno del vostro sostegno. Il pronto intervento della Federazione Italiana Rugby ci ha permesso la scorsa stagione di allenarci presso gli Impianti Sportivi dell’Acqua Acetosa, non distante dalla nostra Città dove tutti noi … Leggi tutto

Islanda, l’isola senza bavaglio

Via Repubblica.it

Alle tre di quella notte, quando il parlamento è stato chiamato a votare, la deputata anarchica Birgitta Jonsdottir non era affatto certa che la sua proposta sarebbe passata. E un mese dopo ancora si chiede se tutti i colleghi avessero capito l’entità della sfida che la piccola Islanda si impegnava a lanciare all’universo mondo – a Stati di polizia e a compagnie petrolifere, al Pentagono e a grandi banche, giù giù digradando fino all’Italia di Silvio Berlusconi. Ma fosse pure con il contributo di una scarsa consapevolezza, del sonno o della fretta di andare in ferie, sul tabellone elettronico è apparso, ricorda Birgitta, “un mare verde. Approvato all’unanimità. Ero stupefatta”. Da quel 16 giugno, un Paese di trecentomila abitanti promette uno scudo quasi totale ai disvelatori di segreti – segreti militari, segreti istruttorii, segreti societari, segreti di Stato.

Se documenti sottratti per un interesse pubblico saranno immessi in Internet da un server con base in Islanda, la giustizia dell’isola non potrà impedirne la divulgazione, tentare di scoprire chi li abbia rivelati, dare seguito a condanne comminate da tribunali esteri in base a leggi contrarie alle norme islandesi. Ancora: se uno Stato o un privato si ritenesse diffamato e ricorresse davanti ad una corte straniera, la società islandese proprietaria del computer (il server) che ha immesso in Rete carte segrete non solo non potrà essere intimidita con la minaccia di quei processi dai costi esorbitanti che stanno costringendo all’autocensura molto giornalismo occidentale, ma sarà autorizzata a rispondere con una contro-citazione davanti ad una corte dell’isola, dichiarandosi vittima di una minaccia alla libertà d’espressione.

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La morte nei social network

Via Pandemia La morte è un tabù. Meno se ne parla, meglio è, sembra. Eppure, in tema di social network, il tema è destinato a diventare di forte discussione. Cosa succede alla nostra identità digitale dopo la morte? Chi gestisce i nostri spazi? Meglio chiudere tutto o lasciare memoriali? Le domande sono tante, quante le … Leggi tutto

Il governo indiano lancia un progetto per un simil Ipad da 35$

Via BBC The Indian government has unveiled the prototype of an iPad-like touch-screen laptop, with a price tag of $35 (£23), which it hopes to roll out next year. Aimed at students, the tablet supports web browsing, video conferencing and word processing, say developers. Human Resource Development Minister Kapil Sibal said a manufacturer was being … Leggi tutto

Tronchetti Provera ancora indagato per dossieraggio illegale

Via Corriere.it

Marco Tronchetti Provera e Carlo Buora sono indagati a Milano nell’inchiesta sul dossieraggio illegale praticato dalla «Security» di Telecom negli anni in cui a guidarla era Giuliano Tavaroli. E la loro messa sotto inchiesta non avviene ora, ma è rimasta «blindata» da almeno 6 mesi. A cavallo, peraltro, degli uffici giudiziari di Roma e Milano.

Gli ex presidente e vicepresidente di Telecom, infatti, non sono indagati ora come conseguenza del supplemento di indagini sollecitato di fatto alla Procura milanese dal giudice Mariolina Panasiti con la trasmissione il 28 maggio ai pm di alcuni atti dell’udienza preliminare, e in particolare degli interrogatori dei testi ammessi dal gup su richiesta delle difese degli imputati (come lo 007 privato Cipriani) o delle parti civili (come il giornalista Mucchetti) più attive nel sostenere la consapevolezza dei vertici aziendali rispetto agli illeciti commessi dalla loro «Security» e sinora sanzionati con sedici patteggiamenti (tra cui quelli di Tavaroli e delle persone giuridiche Telecom e Pirelli per corruzione in base alla legge 231) e dodici rinvii a giudizio al 22 settembre.

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