Lo strano caso della cubana Yoani Sanchez

Gianni Minà nel suo blog cita un articolo di Salim Lamrani, docente universitario alla Sorbona di Parigi

Yoani Sánchez, famosa blogger cubana, è un personaggio molto particolare nell’ambiente della dissidenza cubana. Mai nessun oppositore ha ottenuto tanta esposizione mediatica né un riconoscimento internazionale così grande nel giro di poco tempo. Emigrata in Svizzera nel 2002, dopo due anni, nel 2004, ha deciso di rientrare a Cuba. Nel 2007 entra a far parte dell’opposizione cubana creando il suo blog Generación Y, e diventa un’irriducibile detrattrice del governo dell’Avana. Mai nessun dissidente a Cuba, e forse al mondo, ha ottenuto tanti riconoscimenti internazionali in così poco tempo, per di più con un particolare di non poco conto: a Yoani Sánchez è stato elargito così tanto denaro da consentirle di vivere tranquillamente a Cuba per il resto della sua vita. La blogger, infatti, è stata retribuita per un totale di 250.000 euro, un importo cioè pari a più di 20 anni di salario minimo in un paese come la Francia, quinta potenza mondiale. A Cuba il salario minimo mensile è di 420 pesos, pari a 18 dollari e a 14 euro, il che significa che Yoani Sánchez ha ottenuto, per la sua attività di oppositrice, l’equivalente di 1.488 anni di salario minimo cubano.

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Giovanni Tizian presenta a Torino il suo libro

Via Testo Libero Sabato 6 ottobre alle ore 18.30 alla Casa di Quartiere di San Salvario in via Morgari 14 ci sarà la presentazione del libro:  Gotica  ‘ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la linea di Giovanni Tizian.  Giovanni Tizian è il giornalista che ha denunciato la lenta e progressiva infiltrazione mafiosa del tessuto sociale.  Per questa ragione è costretto a vivere … Leggi tutto

Samsung: oltre a non saper fare assistenza clienti non legge la blogsfera

Dopo quasi un mese dalla denuncia del basso livello di assistenza di Samsung, nessuna risposta e nessun contatto formale da parte di Samsung, ma molte meil e qualche commento sulla bassa qualità dell’assistenza. Evidentemente oltre che non saper fare assistenza non seguono neppure quelo che si dice in rete di loro. Ottimo metodo per perdere … Leggi tutto

Siamo tutti con Gaetano Gorgoni che ci ha messo la faccia per difendere la legalità dei giornalisti

Tutta la stampa mainstream italiana compreso l’Ordine era troppo impegnata a seguire il caso Sallusti per avere il tempo materiale di dare spazio alla scelta di Gaetano Gorgoni che come scrive Agenparl Si dimette in diretta, nel corso del tg della sera, per protesta contro il precariato e lo sfruttamento dei giornalisti della sua redazione. … Leggi tutto

Cronache da quelli che faranno la rivoluzione nel giornalismo italiano

Via Campaniasuweb

La parola la prende Ciro Pellegrino, del Coord. Campano, che parte con una vibrata denuncia del “sistema”. Si scaglia contro i miseri compensi ad articolo, che quando ci sono stanno sui 3-5 euro a pezzo, contro i pensionati che tolgono spazio ai giovani, contro i giornalisti garantiti che non capiscono il senso della battaglia dei precari, contro la Regione Campania e i gruppi politici regionali, che hanno 26000€ l’anno per la comunicazione politica ma neanche un giornalista assunto. Gli applausi si moltiplicano, Lucarelli è attentissimo e prende appunti, Iacopino in platea annuisce.

L’intervento di Pellegrino termina con una sferzata alle istituzioni del giornalismo italiano, OdG in primis: «A che serve iscriversi all’Ordine se poi il tesserino non serve a lavorare e a crescere? A che serve se non ti fa lavorare o imparare il lavoro? Molto meglio imparare bene l’inglese e mettersi a studiare online i corsi delle università americane, nella speranza di essere assunti all’estero. Non credete più ai vecchi giornalisti, ci hanno preso per i fondelli, ci hanno detto che “fare il giornalista è sempre meglio che andare a lavorare”, ci hanno detto che questa è la generazione perduta – ma quale perduta!!! – siamo tutti qui, carne viva!! Non facciamoci togliere la dignità per tre euro.»

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Adethic: quando la publicità in rete vuole promuovere eticità, solidarietà e sociale

Nasce il primo social network cattolico, realtà di condivisione e dialogo a livello globale su questioni di fede, vita e società per i cercatori della verità. E’ così che si definisce Aleteia che verrà presentato nei prossimi giorni e che raccoglie le migliori produzioni di istituzioni e media cattolici del mondo. Ad Aleteia hanno già aderito finora, come membri, oltre mille tra siti web, radio e tv, istituzioni cattoliche e movimenti da tutto il mondo. “Si tratta di un’occasione formidabile per la Chiesa di ampliare il dialogo con cattolici, cristiani, credenti di tutte le religioni e anche non credenti, perché Aleteia offre risorse a tutti i ‘cercatori della verita””, spiega il presidente Jesus Colina, già animatore di varie iniziative cattoliche nel mondo dei media a livello internazionale. “Per questo motivo – aggiunge – Aleteia gode del patrocinio e dell’incoraggiamento dei Pontifici Consigli per le Comunicazioni sociali e per la Promozione della Nuova evangelizzazione”. Aleteia è anche la prima iniziativa lanciata dalla Fondazione per l’Evangelizzazione attraverso i Media (Fem). Inizierà la sua attività in sei lingue: italiano, arabo, inglese, francese, portoghese e spagnolo. Insieme alla presentazione di Aleteia, giovedì 20 settembre alle 11.30 nel Centro Russia Ecumenica a Roma, verrà annunciato anche il primo servizio mondiale di raccolta pubblicitaria online basatosu valori etici e solidali .Non solo pubblicità per il profitto, ma pubblicità per creare solidarietà e carità.

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Prendi i soldi e scappa ovvero come gli editori italiani derubano collaboratori e redattori

Via Valigia Blu

Qualche mese fa, in seguito alla segnalazione di un giornalista freelance non pagato, Arianna Ciccone aveva provato a ricostruire i passaggi di proprietà della rivista Maxim, per capire su chi ricadesse la responsabilità dei debiti contratti durante la vecchia gestione. Anche il blog L’isola dei cassintegrati ha seguito il caso (123) e da allora non abbiamo smesso di ricevere segnalazioni. Truffa sistematica o delinquenza occasionale?

Sfogliando le tante pagine di dichiarazioni e informazioni raccolte in questi mesi sul «caso Maxim» ho l’impressione di avere tra le mani un puzzle quasi completo che lascia poco spazio alla fantasia: il classico paesaggio ricostruito nei particolari a cui mancano solamente un centinaio di tasselli azzurro cielo. Sebbene questa storia presenti ancora molti vuoti (che speriamo possano essere chiariti grazie all’aiuto della Fnsi), i pezzi di cui siamo in possesso parlano da soli: collaboratori non pagati, redattori in attesa di stipendio da mesi, contratti farocchi, fallimenti fantasma, passaggi di proprietà fittizi e un direttore riluttante a dare risposte (ma felice di far parte della giuria di Veline).

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19 settembre 2012: La giornata della trasparenza a Roma

La Giornata della trasparenza si terrà il 19 settembre a Roma con l’ obbiettivo di lanciare su vasta scala il  movimento per l’adozione di un Freedom of Information Act in Italia . Al centro della giornata, un convegno – nella sede della  Federazione nazionale della stampa (Corso Vittorio Emanuele II, 349) – per chiedere al … Leggi tutto

Diritto all’oblio e informazione su Internet il punto della situazione

Via ObiettivoTre

Internet e il diritto all’oblio: un tema che diventa tanto più attuale quanto il web penetra nella nostra vita. Sia l’Unione Europea che la giurisprudenza italiana stanno cercando di fare un po’ di chiarezza in questo “mare magnum”, che riguarda direttamente anche il mondo dell’informazione, per tutelare sia il singolo individuo sia il cosidetto “diritto di cronaca”.

Tra i problemi con cui si deve confrontare il giornalista online c’è quello della rimozione delle notizie: quando infatti è lecito ottenere la rimozione di una notizia da un sito di informazione?

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Samsung sa fare buoni smartphone, ma non sa fare l’assistenza ai clienti: il caso del Nexus S importato parallelamente

Questa è una classica storia di come anche le aziende grandi e prestigiose caschino su vere e proprie bucce di banana facendo figure poco edificanti, rischiando di perdere clienti per scelte stupide. Samsung è diventata la maggiore produttrice mondiale di telefoni superando Nokia, ma la qualità dell’assistenza dell’azienda finlandese è ben superiore a quella coreana. Raccontiamo i fatti.

Nel maggio 2012 ho deciso di comprare online uno smartphone. Dopo un po’ di ragionamenti decido di comprarmi un Nexus S. E’ un telefono non recentissimo, ma oramai rodato, con molti utilizzatori su scala mondiale. E poi alle spalle ci sono i due brand Samsung e Google: che voglio di più. Tecnicamente è ottimo e non è troppo grande da essere considerato un quasi-tablet.

Acquisto via Ebay. Il venditore ha tutti i feedback buoni. Difatti il telefono arriva in due giorni. Lo spacchetto in pompa magna, carico la batteria, lo configuro, per sicurezza aggiorno il sistema operativo e via. E’ tutto perfetto. Un gioello. Potente, maneggevole con un buon sistema operativo. Ottimo. Ovviamente c’è un però.

Esco trionfante con il nuovo giocattolone. Ricevo la prima telefonata. E’ di tipo lavorativo. Rispondo. Non sento nulla mi metto a parlare. Silenzio Ci impiego un po’ a capire che succede. Ma poi capisco. Il fantastico oggetto iper tecnologico fa tutto meno che una cosa non banale. Permettermi di sentire il mondo. Evidentemente speaker e/o microfono sono malfunzionanti. Che sfiga. Provo a usare l’auricolare a filo e quello wireless e tutto è OK. Idem se uso il vivavoce. Cerco di capire. Googlando in giro leggo in forum made in USA che ci sono stati problemi all’audio negli aggiornamenti di Android. Sarà spero il mio caso.

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Beppe Grillo descrive compiutamente parte dell’illegalità dell’informazione italian

Probabilmente nessun giornale riprenderò il post sul blog di Beppe Grillo con titoloni … Chissà perchè ? :-)) Dal Blog di Beppe Grillo

“Dove vanno a finire i soldi che lo Stato da ai giornali? Di sicuro non servono a pagare i giornalisti. Anzi. Perché in Italia tranne rare eccezioni fare il giornalista significa rassegnarsi ad una vita da precario.
Se c’è un microcosmo lavorativo che riassume tutti i difetti del sistema Italia è quello del giornalismo. E allora, dove finisce il finanziamento pubblico? Nei mega stipendi a direttori, capiredattori, amministratori delegati e a tutte quelle penne illustri (?) che si ergono a guide morali che da anni non portano un straccio di notizia, ma commentano, avvertono, monitano.
Vi hanno detto che la libertà di stampa è minacciata dalla mafia, da Berlusconi, dalle mille leggi bavaglio. Minchiate. La libertà di stampa è minacciata dalla miseria in cui vivono e lavorano migliaia di giornalisti sfruttati: dagli editori, dai direttori e, infine, dai loro stessi colleghi assunti con contratto a tempo indeterminato che quando scioperano, protestano, denunciano è solo per i loro privilegi di giornalisti professionisti e assunti mentre gli altri muoiono di fame. Facciamo un esempio.

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Scontro fra titani: Iacopino vs Beppe Grillo

Dal sito ODG

Il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Iacopino, ha così commentato le dichiarazioni del leader del Movimento 5 stelle:

“Beppe Grillo usa il web per le sue battaglie politiche, puntando a portare il M5S in Parlamento. È suo diritto, incontestabile e incontestato. Il diritto che non ha è di ricorrere, con altri termini rispetto a quelli usati da leaders politici che critica, alla denigrazione degli altri, conseguenza inevitabile del suo ragionare per mucchi. Gli insulti ai giornalisti rientrano in uno stantio repertorio di chi considera liberi solo quanti scodinzolano perfino davanti alle sciocchezze che non solo in agosto vengono dette. Se Grillo ha nomi, e prove, di chi si “vende l’anima” tra i giornalisti li faccia. Vedrà che l’Odg saprà agire tutelando il diritto dei cittadini alla verità. Abbia rispetto per chi guadagna anche molto meno di 15, 20 euro ad articolo. Sono in migliaia che onorano questo dovere costituzionale ogni giorno. Nel silenzio di troppi, anche di Grillo che potrebbe denunciare le vergogne delle quali si rendono responsabili gli editori, ma invece preferisce “stare sugli spalti” come quanti restavano a guardare nel maxi processo. Qui non è un “incontro tra la Procura di Palermo e la mafia”, ma una guerra tra “i ladri di sogni e di verità”, che ci sono tra gli editori, e i diritti dei cittadini. Grillo aggiusti il tiro, dimostri di voler capire che cosa accade nel mondo dell’informazione. Se lo desidera siamo pronti a fornirgli ogni elemento utile. Senza bisogno di cercare la luce dei riflettori”. Ecco quel che aveva dichiarato Beppe Grillo:

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