Verso l’innovazione con le mutande di latta

Fra la raccolta di twitterate del panel sull’innovazione del Working Capital Camp di ieri ci sono delle perle di saggezza di Mario Calabresi Un progetto innovativo ha bisogno di un 2ndo motore che contrasti le forze opposte al cambiamento Innovare in Italia è organizzarsi a fare uno slalom continuo Qui le prime foto del WCC … Leggi tutto

Innovazione per modo di dire

Alberto Fattori racconta degli strani tipi di innovazione e propone una petizione

In Italia, dopo la parola Veline, ne esiste una seconda sulla bocca di tutti: Innovazione! Bene, mentre la prima non genera ricchezza se non per giornali di gossip connessi, la seconda rappresenterebbe l’opportunità del paese per cercare di crearsi un possibile futuro, al momento compromesso da decenni di scelte errate e miopi, dei diversi Governi e gruppi di potere (lobby) che si sono succeduti.

Siccome non è “mai troppo tardi” per fare la cosa giusta, come del resto stanno facendo tutti i paesi occidentali, alla disperata ricerca di “correggere” l’errato approccio che ha provocato la crisi mondiale in atto, nei mesi scorsi, anche l’Italia aveva dichiarato di voler “riscrivere” il proprio futuro, partendo proprio da una sistematica Innovazione.

Bene, con ansia si aspettava quindi il varo, del “Decreto Anticrisi”, sbandierato per “mari e monti” da Berlusconi, come il “salvavita” per il paese, la pietra miliare per costruirne il futuro. Leggendolo e rileggendolo sembra però più che un documento che delinea un futuro, qualcosa pensato per il suo passato, tanto che si potrebbe confondere come un atto redatto a fine anni ’60, in pieno boom economico, piuttosto che qualcosa pensato e scritto nel 2009 per gli anni a venire!

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Rita Clementi è volata a Boston

Via Corriere.it È stata di parola. Rita Clementi è volata a Boston. Da giovedì lavorerà in un importan­te centro medico. Ha lasciato l’Italia, così come aveva promesso, la ricercatrice precaria di Pavia che ha scritto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per denunciare lo stato comatoso della ricerca nel nostro Paese e per raccontare la … Leggi tutto

Signor presidente, la ricerca in questo Paese è ammalata

Via Corriere.it

Una laurea in Medicina, due spe­cializzazioni, anni di contratti a termine: borse di studio, co.co.co, consulenze, contratti a progetto, l’ultimo presso l’Istituto di geneti­ca dell’Università di Pavia. Rita Cle­menti, 47 anni, la ricercatrice che ha scoperto l’origi­ne genetica di alcune forme di lin­foma maligno, in questa lettera in­dirizzata al presidente della Re­pubblica Napolitano racconta la sofferta decisione di lasciare l’Ita­lia. Da mercoledì 1?luglio lavorerà come ricercatrice in un importan­te centro medico di Boston.

Caro presidente Napolitano, chi le scrive è una non più giovane ricercatrice precaria che ha deciso di andarsene dal suo Paese portando con sé tre figli nella speranza che un’altra nazione possa garantire loro una vita migliore di quanto lo Stato italiano abbia garantito al­la loro madre. Vado via con rab­bia, con la sensazione che la mia abnegazione e la mia dedi­zione non siano servite a nulla. Vado via con l’intento di chie­dere la cittadinanza dello Stato che vorrà ospitarmi, rinuncian­do ad essere italiana.

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IRealize: istruzioni per l’uso

logo-irealizeSiamo arrivati a pochi giorni dall’appunamento con IRealize in programma il 9 e 10 giugno al Virtual Reality & Multi Media Park

Si tratta si un evento che vuole essere innovativo e che merita di essere spiegato e raccontato

I Realize nasce per fare incontrare la tecnologia con i bisogni reali. Per questo vengono affrontate tematiche molto ampie e partecipano speaker con background multidisciplinare.
L’idea è quella di ricondurre la tecnologia al suo ruolo di “strumento” capace di contribuire a trovare risposte ad esigenze concrete, evitando che i “tecnocrati” si parlino addosso sviluppando prodotti e servizi che soddisfano solo il loro desiderio estetico.

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Sentirsi innovativi: la battaglia dei giornali sugli ebook

Per un po’ di tempo vageggiava per la testa del bloggante l’idea che il percorso lanciato per il noto giornale torinese sugli ebook reader fosse un po’ troppo innovativo per il contesto italiano.

Ora si scopre che il Corriere ha deciso di balzare sul Kindle

In questa prospetiva di innovazione il Corriere della Sera diventa il primo quotidiano italiano a poter essere sfogliato anche sul lettore palmare di libri elettronici Kindle 2 della Amazon, che permette di leggere libri e riviste in formato elettronico con una modalità di fruizione simile a quella cartacea.

Grazie all’accordo siglato con Amazon, il Corriere della Sera è l’unico quotidiano italiano che, insieme a oltre trenta quotidiani internazionali (dal New York Times al Wall Street Journal) va ad arricchire l’offerta di editoria digitale, prima limitata agli e-book.

Anche se Antonio Tombolini precisa giustamente che

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Ovviamente il Corriere della Sera su Kindlenon sarà come vedete qui sopra, in una foto montata per il lancidella notizia (molto onestamente l’autore della notizia confesserà che un Kindle non l’hanno mai avuto per le mani, e avevano ingenuamente pensato che venisse fuori così, a colori). Lettori ebook a colori sul mercato non ce ne sono ancora, anche se arriveranno (stima di Antonio: prima metà del 2011, segnatevi la data).

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