Marco Bardazzi propone un’analisi diversa del caso Wikileaks, possiamo non condividerla, ma la serietà professionale di Marco è tale da richiedere grande attenzione al pluralismo delle idee
Ci sono voluti decenni di campagne di stampa e battaglie giudiziarie e politiche, perché in democrazie avanzate come gli Usa si arrivasse a mettere a punto leggi sulla libertà di informare e sulla trasparenza che, pur con molti limiti, hanno permesso di veder fiorire un serio e aggressivo giornalismo d’inchiesta. L’arrivo di Assange e del suo Wikileaks rischiano di spazzare via tutto. Diciamolo: Assange potrebbe rivelarsi il più grande nemico della trasparenza dai tempi di Nixon.
L’effetto più immediato che avrà la pubblicazione in Rete della valanga di documenti del Dipartimento di Stato, sarà quello di spingere l’amministrazione Obama e i futuri governi di Washington a restringere in modo significativo e pericoloso l’accesso alle informazioni. Aumenterà il ricorso al “segreto”, anche indiscriminato. Verranno rafforzate le protezioni a tutte le linee di comunicazione. Sarà più difficile riuscire a mettere le mani su documenti ufficiali.
Julian Assange non ha voluto usare il preservativo, durante i rapporti sessuali consumati, nell’agosto scorso, con due ammiratrici svedesi. Questa l’accusa che ha portato capo di Wikileaks davanti al magistrato londinese Caroline Tubbs. Assange avrebbe avuto dei rapporti consensuali con due donne, che l’accusano di non aver voluto usare il preservativo e, in un caso, di averlo rotto “deliberatamente”. Le due ammiratrici erano entrare in contatto con lui in occasione di un seminario su ‘Guerra e ruolo dei media’ organizzato a Stoccolma dal Brotherhood Movement, un controverso gruppo cristiano legato al partito socialdemocratico. Il Mail chiama le donne per convenzione ‘Sarah’ e ‘Jessica’: non sono i veri nomi, dal momento che il processo giudiziario è in corso. Sarah (il vero nome è Anna Ardin, come rivelano altre fonti), una bionda attraente sui trent’anni, è l’addetta stampa di Brotherhood Movement e ha viaggiato il mondo inseguendo una serie di cause alla moda. Sarah/Anna e Julian non si erano mai visti prima, ma lei lo aveva invitato a stare nel suo piccolo appartamento nel centro di Stoccolma. Assange era arrivato l’11 agosto e dopo cena i due erano finiti a letto.
Oltre un milione di firme contro la corruzione e per il bene comune. Un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano perché promuova l’adeguamento del nostro codice alle leggi internazionali anticorruzione. E perché venga finalmente data piena attuazione alla norma, già introdotta nella Finanziaria 2007, che prevede la confisca e il riutilizzo sociale dei beni dei corrotti. Questi i contenuti della campagna promossa da Libera e Avviso pubblico, presentata oggi in conferenza stampa a Roma.